PRI COVID19 per utente neurologico

Introduzione

Questa sezione è formulato per coadiuvare una gestione domiciliare dei pazienti con comorbilità neurologica dimessi dopo infezione da Covid19.
Personalizzerai con il fisioterapista il programma o all’uscita dall’Ospedale o durante colloqui telefonici dopo la tua dimissione o al tuo domicilio in base alla organizzazione della tua Unità Sanitaria.

Indicazioni generali

- mantenere una buona alimentazione completa;
- mantenere una buona attività diurna ed un corretto riposo notturno;
- se insorgessero difficoltà ti consigliamo di contattare il tuo medico.

Sintomi

I sintomi che puoi accusare dopo la guarigione da infezione da COVID19 sono:
- debolezza muscolare e senso di fatica con difficoltà ad alzarsi dal letto,
- difficoltà a stare a lungo seduti,
- difficoltà a camminare anche per brevi tragitti;
- senso d’affanno, fiato corto e diminuita efficacia della tosse;
- dolore muscolare ed articolare diffuso;
- ansia, paura a riaffrontare la quotidianità.
Il ricovero prolungato in isolamento può aver determinato alcune variazioni rispetto alla situazione precedente.
Attraverso il monitoraggio il fisioterapista potrà valutare, con alcuni semplici parametri, lo stato attuale e sceglierà gli esercizi più idonei.

Indicazioni per l’allenamento

- effettuare gli esercizi almeno 10 minuti al giorno ed almeno 2 volte al giorno, incrementando progressivamente il tempo e la frequenza;
- migliorare l’allenamento in base alla propria tolleranza individuale, monitorando fatica, fiato, battito cardiaco e dolori di nuova insorgenza secondo la scala di Borg allegata; Tale scala valuta la percezione soggettiva dello sforzo in relazione all’esercizio praticato;
- mantenere sempre la Vostra fatica entro il punteggio 13 della scala di Borg;
- in caso di affaticamento ridurre il ritmo o la quantità degli esercizi;
- in caso di insorgenza di dolori al petto con o senza irradiazione alle spalle o al braccio sinistro, senso di costrizione o affanno respiratorio, capogiri o visione offuscata, è necessario sospendere l’attività e parlarne con il proprio medico curante.

Regole

- se si possiede un pulsossimetro da dito mantenete i valori a riposo di SO2>90% se hai sopra 60aa o di SO2>95% se hai sotto i 60aa ed una frequenza cardiaca inferiore ai 100 b/minuto;
- se possedete uno sfigmomanometro evitare l’allenamento se la pressione arteriosa è inferiore a 90/60 mmHg o superiore a 140/90 mmHg a riposo;
- mantenere una frequenza respiratoria tra 15-20 atti al minuto durante gli esercizi.

Da sapere

In seguito ad un evento come l’ictus si possono presentare alterazioni che possono riguardare il movimento, il linguaggio, la deglutizione, la vista, la memoria, l’aspetto emotivo.
Queste alterazioni, se guidate nel recupero, potranno modificarsi nel tempo.
Le nostre azioni dipendono dall’integrazione delle informazioni sensoriali.
Con una patologia del sistema nervoso il malato non riceve più molte informazioni e sente una parte del proprio corpo estranea: per riuscire a soddisfare il suo bisogno di movimento aumenta lo sforzo muscolare. Questa strategia, sbagliata, purtroppo attiva schemi patologici ed i movimenti diventano grossolani e si instaura la spasticità.

Modalità di esecuzione

Tutti gli esercizi vanno svolti ad occhi chiusi e lentamente, il movimento della parte lesa deve essere svolto da un convivente (caregiver) che sosterrà l’arto con delicatezza e si fermerà appena si manifesta l’attivazione muscolare patologica (ipertono).
Al malato andranno spiegati i seguenti compiti:
1 modalità: rivolgere l’attenzione a lasciarsi muovere, preparandosi a sentire quale parte cambierà (ginocchio, anca, caviglia, piede, spalla, gomito, polso, dita);
2° modalità: il caregiver muove l’arto o l’articolazione e si ferma in una posizione dell’arco del movimento ed il malato copia successivamente la posizione con l’arto sano;
3° modalità: simultaneamente il paziente compie il movimento con l’arto sano mentre il caregiver muove la malata.

Sintomi

I sintomi che puoi accusare dopo la guarigione da infezione da COVID19 sono:
- debolezza muscolare e senso di fatica con difficoltà ad alzarsi dal letto,
- difficoltà a stare a lungo seduti,
- difficoltà a camminare anche per brevi tragitti;
- senso d’affanno, fiato corto e diminuita efficacia della tosse;
- dolore muscolare ed articolare diffuso;
- ansia, paura a riaffrontare la quotidianità.
Il ricovero prolungato in isolamento può aver determinato alcune variazioni rispetto alla situazione precedente.
Attraverso il monitoraggio il fisioterapista potrà valutare, con alcuni semplici parametri, lo stato attuale e sceglierà gli esercizi più idonei.

Esercizi neurorespiratori: fase 1

Appoggiarsi sempre ad un fisioterapista con esperienza in riabilitazione neurologica e respiratoria per l'esecuzione degli esercizi al fine di personalizzare il protocollo. La necessità di posizioni differenti per l'allenamento polmonare e la possibilità di problemi di deglutizione possono ridurre la scurezza della esecuzione.

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Esercizi neuromotori: fase 2

Appoggiarsi sempre ad un fisioterapista con esperienza in riabilitazione neurologica per l'esecuzione degli esercizi al fine di personalizzare il protocollo. Attenzione ad evitare sempre l'insrogenza di schemi patologici, ipertono. Se capita riducete ampiezza  veloctà di esecuzione. Aumentate la pause tra le ripetizioni o non eseguite l'esercizio.

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Esercizi neuromotori: fase 3

Appoggiarsi sempre ad un fisioterapista con esperienza in riabilitazione neurologica per l'esecuzione degli esercizi al fine di personalizzare il protocollo. Attenzione ad evitare sempre l'insrogenza di schemi patologici, ipertono. Se capita riducete ampiezza  veloctà di esecuzione. Aumentate la pause tra le ripetizioni o non eseguite l'esercizio.

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Monitorizza sempre la tua fatica - Scala RPE di BORG

Le scale di Borg (RPE e CR-10) devono il suo nome al suo ideatore, il dr Gunnar Borg che intorno agli anni 50' introdusse per primo il concetto della percezione dello sforzo. Borg mise a punto due diverse scale, l'RPE (Ratings of Perceived Exertion che è allegata) e la CR10 (Category-Ratio anchored at the number 10). Successivamente queste scale sono state revisionate senza togliere loro lo schema proposto dall’autore [Hareendran A et al, 2012].
La scala RPE viene usata per valutare la percezione soggettiva dello sforzo in relazione all'entità dello stesso.
Borg scelse una serie di 15 numeri crescenti (dal 6 al 20) e li mise in relazione con i valori della frequenza cardiaca durante uno sforzo fisico. In particolare il valore più basso della scala (6) corrisponde idealmente a 60 battiti al minuto, mentre il valore più alto (20) corrisponde ad una frequenza cardiaca di 200 bpm.

La scala di Borg è un semplice metodo per valutare la percezione dello sforzo e può essere utilizzata sia in campo sportivo che medico. Per esempio si può interrompere un test quando il soggetto avverte un determinato sforzo, oppure si può mettere in relazione l'indicatore del test con il livello di percezione della fatica.
Affinché la scala di Borg sia utile occorre spiegare con la massima chiarezza i vari punti della scala all'individuo prima dell'inizio del test. Il giudizio dato dal soggetto deve essere il più oggettivo ed onesto possibile senza sopravvalutare o sottovalutare lo sforzo.

La versione proposta ha delle faccine per meglo aiutare l'utente nella scelta della risposta.